Lo scrittore Daniel Pennac ha ricevuto il riconoscimento della laurea ad honorem in pedagogia:
"Questa laurea"- ha spiegato
Pennac-"non è data a me ma al bambino che sono stato, “al pessimo
allievo, tra gli ultimi tre della classe, il somaro che non
corrispondeva mai ai criteri del sapere che l’istituzione esigeva da
lui”. Quel bambino ignorante in mezzo ai sapienti è stato, “il mio primo maestro”, colui che “mi ha insegnato la cognizione
del dolore affinché diventando professore io sapessi placarlo nei suoi
simili”.
La laurea gli è stata conferita proprio per “per aver posto la necessità del leggere al
centro dell’azione educativa, per la sua mirabile attenzione allo
sguardo, al vissuto, ai diritti propri dell’infanzia e dell’adolescenza”-
Daniel Pennac infatti ha dimostrato di avere a cuore in particolare "gli studenti meno ‘bravi’ in termini strettamente scolastici e di riuscire a conquistarli alla passione per la conoscenza”. Si è rivolto a chi non eccelle per motivi diversi, spesso legati a difficoltà oggettive e non a svogliatezza, raccontando della sua esperienza negativa di "figlio illegittimo della scuola".
Nel suo discorso all'Alma Mater lo scrittore ha inoltre affermato:"La
scuola è un baluardo troppo fragile di fronte alla pubblicità e la
demagogia, la sua è una battaglia ad armi impari, sarà anche colpa
nostra se i giovani non leggono" (la Repubblica)
"Eppure, come scrive la mia amica Laura nel suo Blog Lauradei libri ,sono proprio i piccoli ad essere grandi lettori: infatti leggono più degli adulti ( la Repubblica 7 aprile).
Laura nel suo post ci racconta della Fiera del libro per ragazzi di Bologna (25/28 marzo)che "ha festeggiato
un compleanno speciale: cinquant'anni tondi tondi e, per l'occasione, la
città ha abbracciato l'iniziativa con una serie di eventi disseminati
tra dipartimenti universitari, biblioteche, librerie, musei per
condividere la gioia di "un sogno diventato realtà", parola di Antonio Faeti."
E citando appunto anche Daniel Pennac ci parla dei " passeurs evocati dallo scrittore nel suo discorso al conferimento della laurea ad honorem in pedagogia, di cui l'Università Alma Mater l'ha insignito.
Ma chi sarebbero i passeurs? Insegnanti, bibliotecari, librai,
critici e quei curiosi di tutto, che leggono tutto, non confiscano
nulla, trasmettono il meglio ai più e che non chiedono mai se un libro è
piaciuto o meno, perché sono "i guardiani del nostro tempo interiore".
Molti gli interessanti interrogativi nei movimentati dibattiti nella Fiera:
quale futuro per i libri cartacei, quale responsabilità degli autori
delle app (visto l'aumento dei bimbi che si approcciano ai nuovi
prodotti digitali), quali saranno i nuovi ritmi narrativi e come
diversamente si strutturerà il pensiero... questione quest'ultima
rimasta ancora in sospeso.
grazie, maestra Manuela, per aver sottolineato come siano proprio i piccoli a leggere più dei (cosiddetti) grandi. Questo dato ci consegna, a mio parere, un duplice impegno. Come passeurs, dovremmo aiutare i bimbi a non smarrire, crescendo, il gusto e la curiosità di leggere: basta non annoiarli con schede di approfondimento e tenere ben separate le attività del leggere per diletto e del leggere per apprendere. Come autori/autrici, potremmo stare senza esitazioni dalla loro parte, come hanno fatto i grandi della letteratura per l'infanzia, primo fra tutti Roald Dahl, adorato dai bambini e (chissà perché) odiato dagli adulti.
RispondiEliminaLauradeilibri
Grazie a te, Laura, per aver dato ottimi spunti di riflessione e indicazioni di lavoro utili. Spero di essere un passeur per i miei alunni, non uso schede di approfondimento e credo molto nella lettura ad alta voce dell'insegnante attività a cui dedico abbastanza tempo cercando di "far passare" la mia passione per la lettura.
EliminaHai pienamente ragione su Roald Dahl: i miei alunni lo adorano davvero, e mi chiedono spesso di leggere i suoi libri...